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Settling down

L’Italia è bella. Anche l’Olanda è bella.

L’Italia è affusolata. L’Olanda è raccolta.

L’Italia è calorosa. L’Olanda è accogliente.

L’Italia è calda. L’Olanda è umida.

L’Italia si sta nuclearizzando. L’Olanda sta dismettendo il suo unico impianto nucleare.

Guardando uno stesso quadro, ognuno coglie sfumature diverse suggerite dalle proprie inclinazioni o sensibilità.

L’Olanda mi ha accolto. Con gradevole gentilezza, con efficiente professionalità, con sorridenti attenzioni, come da costume nordico.

Certo, i colleghi o i vicini olandesi sono estremamente sfuggevoli e i rapporti si interrompono non appena è finito il ruolo di “soccorritore” per lo straniero smarrito, ma la cosa non mi spaventa affatto: con le chiavi giuste e un’opportuna dose di pazienza queste piccole porticine possono essere agevolmente superate.

via corrotta - cartelli stradali divertenti

Una settimana dopo essere tornato in Italia, dopo la mia precedente esperienza all’estero, mi sono imbattuto in questo inquietante incrocio.  Ho conservato questa bizzarra foto in attesa di poterla pubblicare con l’amara soddisfazione di non aver ceduto e di aver scelto l’unica alternativa possibile per vivere una vita fatta di soddisfazione professionale e privata.

Adesso posso mostrare orgogliosamente la via che ho deciso di percorrere, piana, spaziosa, sicura, rasserenante:

strada olandese

Non sono affatto pentito della mia scelta e non credo che lo sarò in futuro. Per il momento, l’Olanda è un’ottima patria adottiva. Spero di convincere, con i miei futuri post, chi, ancora titubante, non trova la forza di fare il grande passo ma sa già, dentro di sè, che il suo destino è fuori dall’Italia…

Per il momento, saluto tutti e vado a letto! Cercherò di essere più solerte nell’aggiornamento del blog d’ora in poi 🙂

PS: capita a proposito l’articolo di ieri di Gian Antonio Stella, che mi ricorda ciò che un’amica senegalese, laureata in Francia, mi ha raccontato a pranzo con un leggero quanto gradevole accento francese: “Quando ho saputo che prima di entare nel Marie Curie [progetto europeo di mobilità post-dottorato, n.d.b.] avrei dovuto passare 5 mesi in Italia ho avuto davvero tanta paura…“. E come darle torto? I senegalesi sono neri…

PPS: n.d.b = nota del blogger 😉