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Arte Blasfema

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Un’opera dell’artista Francesco Solmi, esposta alla rassegna d’arte contemporanea Artefiera (conclusasi ieri a Bologna), è stata sequestrata dai carabinieri. L’opera si chiama Untitled: si tratta di un crocefisso ligneo con la figura nuda, fornita di copricapo papale. L’autore afferma che si tratta di un autoritratto e che la sua è una “satira su un potere millenario come la Chiesa, senza alcun riferimento al papa attuale”.
Sono stati accusati per vilipendio alla religione ed esposizione di oggetti osceni lo stesso Solmi, Marco Izzolini e Manuela Esposito – rispettivamente direttore creativo e responsabile della galleria Not Gallery di Napoli, dove l’opera era precedentemente esposta.
La segnalazione è arrivata da un appuntato dei carabinieri che aveva visitato la rassegna. Successivamente il procuratore aggiunto Silverio Piro ha disposto il sequestro, poco prima della chiusura della fiera, per vilipendio alla religione. Un altro decreto, firmato sempre da Piro e dal pm Luigi Persico, è stato emanato per esposizione di oggetto osceno; il gip deve ancora convalidare i provvedimenti. Piro, che a suo tempo processò Ciprì e Maresco per il film Totò che visse due volte, si scaglia contro l’opera, definita “una bestemmia”.

[da UAAR.IT]

“Credo – ha spiegato Piro – che il sentimento religioso vada protetto a prescindere che si riferisca ad una corrente minoritaria o maggioritaria. E’ qualcosa di cui il magistrato si deve far carico. In questo caso mi sembra che il lavoro sia totalmente blasfemo e osceno. L’unica cosa cosa che mi ha frenato prima di decidere il sequestro è l’inevitabile pubblicità che deriverà per l’autore. Ma sul piatto della bilancia ci sono i simboli della cristianità che non vanno toccati: qui abbiamo un crocefisso, un Cristo che diventa Papa e delle pulsioni sessuali, che francamente potevano essere risparmiate. Effettivamente già in passato mi sono occupato di vicende simili: ma nel caso del fim di Ciprì e Maresco si trattava di un’opera d’arte, qui invece siamo lontani mille miglia da considerarla tale. Quel crocefisso è una bestemmia”.

[da Repubblica.Bologna.it]