PersonaLL mEdia


Ma si può creare una rubrica di un telegiornale, dedicata alle nuove tecnologie, darle un fighissimo nome inglese, “Personal Media”, e far aprire i servizi da uno speaker, Francesco di Mario, che esordisce dando il benvenuto ad un maccheronico “personaLL’ mEdia?

Francesco di Mario

Francesco di Mario

Beh, si si può… se il telegiornale si chiama TG1!

ps: magari la colpa non è direttamente del giornalista, ma degli autori che lo hanno costretto a pronunciare in quel modo! Avrebbe comunque dovuto ribellarsi, nel caso conosca un pò di inglese (ma giusto un pò, eh!)

ps: la pronuncia corretta è qualcosa che si avvicina alla seguente trascrizione: “p’rsona’l midia

6 risposte a “PersonaLL mEdia

  1. huhuhu…
    bè, non si può cambiare l’accento a una persona, se uno è italiano parla l’inglese italiano, se uno è greco parla l’inglese greco (e ti assicuro che non si capisce niente!)
    poi è vero che un giornalista dovrebbe pronunciare correttamente, ma tanto chi è che ci fa caso? quasi nessuno lo sa l’inglese…
    ieri in tv, non so chi giornalista dell’economia del tg5 ha detto “more save” al posto di “safer”, lo vogliamo picchiare a sangue?
    e se è vero che le lingue si imparano a scuola allora le prime a essere sfottute per la loro pronuncia sono le insegnanti di lingua, mi ricordo quando la mia prof di francese mi chiese “eske tu à de frèrè e de sere?” (cerco di scrivere come mi è stata pronunciata la domanda, e non come è scritta veramente)
    insomma, diamo la colpa alla gente perchè non ha l’accento british, ma se uno studia “scienze delle comunicazioni” è ovvio che non parli inglese perfettamente…
    capisco criticare uno/a che esce da lingue e pronuncia tonicht(alla tedesca) invece di tonight…che risulta anche incomprensibile…
    ma tra media e “midia” la differenza non è poi tanta…

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  2. oh, tra “media” e “midia” non c’è quasi alcuna differenza per noi italiani.
    molto semplicemente: “midia” è inglese; “media” no!

    “personallll” è italiano con una “e” finale mancante; “p’rsona’l” è inglese!
    La differenze è solo in questo!

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  3. Giusto per amor di precisione, ‘media’ è latino (plurale di medium) e come tale andrebbe pronunciato esattamente così come è scritto (sia dagli inglesi che da tutti gli altri(!)

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  4. ciao Franca e grazie per il commento.

    Prima di scrivere il post mi ero ovviamente documentato.

    Riporto qui quello che mi sembra un parere autorevole (soprattuto sulle possibile interpretazioni di “media”), ribadendo che io ho solo espresso la mia opinione e non ho decretato che TUTTI debbano seguirlo alla lettera.
    Ritengo comunque che sia molto importante iniziare a parlre un pò di inglese decente in televisione perchè siamo un popolo di semianalfabeti linguistici e ne traiamo grande scherno e difficoltà nei rapporti col resto del mondo.

    Sarei ben lieto di discuterne ad ogni modo 🙂
    E proprio quello che speravo di ottenere con questo post.

    Italiano..e dintorni: LA PAROLA ”MASS MEDIA” SI PRONUNCIA ALLA LATINA O ALL’INGLESE?
    Letterarie e umanistiche
    I dubbi legati alla pronuncia dei due termini citati derivano dal fatto che in essi è riconoscibile “materiale linguistico” latino. Sarà meglio quindi pronunciare [mass mèdia] e [summit], “alla latina”, o [mes midia] e [sàmit], “all’inglese”?

    Andando a consultare alcuni dizionari sincronici dell’italiano come, per esempio, il GRADIT, Grande Dizionario Italiano dell’Uso di Tullio de Mauro e il Sabatini Coletti 2004, nonché un dizionario storico come il GDLI, Grande Dizionario della Lingua Italiana del Battaglia, si verifica che entrambi i termini arrivano in italiano dall’inglese, pur derivando entrambi dal latino. In italiano, come si trova scritto nel GRADIT, mass media è un’espressione invariabile che indica «il complesso degli organi di stampa e dei mezzi audiovisivi d’informazione (radio, televisione, ecc.) che permettono la rapida diffusione di messaggi e notizie a un vasto pubblico». Per quel che riguarda la sua origine, il Sabatini Coletti scrive: «locuzione inglese, “mezzi (di comunicazione) di massa”, composto di mass “massa” e latino media, plurale di medium “mezzo”». L’espressione è datata 1967 in italiano, 1923 in inglese. Il DELI, Dizionario Etimologico della Lingua Italiana di Cortelazzo-Zolli, aggiunge che il latinismo media è documentato in inglese fin dal 1605, mentre mass, altro termine di origine latina (da massa, -ae ‘massa’), dal 1713.

    Interrogando l’Oxford English Dictionary (consultabile sia online, a pagamento, presso http://www.oed.com, che nelle sue varie edizioni cartacee e su CD-ROM, in costante aggiornamento), si scopre che a lemma viene registrata l’espressione al singolare, mass medium – che in italiano non è in uso, almeno in questa accezione – anche se, subito a seguire, viene specificato che normalmente viene impiegata la forma plurale mass media, e che, anzi, «the pl. form mass media is sometimes erroneously constructed as a sing.» cioè che «la forma plurale mass media viene talvolta erroneamente impiegata come un singolare».

    Summit, invece, che sta per «riunione dei capi di Stato o dei più alti esponenti politici di due o più Paesi per discutere problemi di carattere internazionale; incontro al vertice. Per estensione: incontro fra i massimi dirigenti di organismi finanziari, industrie, ecc.» (GDLI), è datato in italiano 1967 e deriva ancora una volta dall’inglese, lingua in cui significa propriamente “sommità”, come documentano sia il GRADIT che il GDLI e il Sabatini Coletti.

    Il dizionario inglese Merriam-Webster, nella sua versione online, consultabile gratuitamente all’indirizzo http://www.m-w.com/, fornisce maggiori informazioni circa l’origine del termine in inglese: «Middle English somete, from Middle French, from Old French, diminutive of sum ‘top’, from Latin summum, neuter of summus ‘highest’», cioè «Medio Inglese somete, dal Medio Francese, dall’Antico Francese, diminutivo di sum ‘cima’, dal Latino summum, neutro di summus ‘il più alto’». Di nuovo, quindi, si tratta di un termine che arriva in inglese dal latino, seppur per una strada più lunga, attraverso la mediazione del francese.

    Per quel che riguarda la pronuncia dei due termini, il Sabatini Coletti indica solo quelle “all’inglese”; il GRADIT, dichiaratamente più vicino alla lingua dell’uso, indica entrambe le pronunce, addirittura premettendo, in entrambi i casi, quella “alla latina” (e indicandola così come la pronuncia più diffusa), il GDLI indica invece la pronuncia [sàmmit] per summit e non specifica niente per mass media, dando così per scontata una pronuncia aderente alla forma scritta.

    Gli strumenti linguistici disponibili per ogni tipo di incertezze sono molti. Nel caso di dubbi di grafia o di pronuncia, come in questo caso, lo strumento “principe” è il DOP, Dizionario di Ortografia e di Pronunzia di Migliorini-Tagliavini-Fiorelli. Le indicazioni che dà per questi casi sono [mes midia] e [sàmit], privilegiando dunque le pronunce “all’inglese”.

    Quale pronuncia è, dunque, la più corretta? I termini arrivano in italiano, sì, dal latino, ma attraverso la mediazione di altre lingue. La pronuncia “all’inglese” è quindi più aderente alla lingua dalla quale i termini, con questi particolari significati, provengono in italiano (consideriamo infatti che, come derivazione diretta dal latino, in italiano abbiamo i termini mezzo-mezzi [da medium] e sommo, sommità [da summus, -a, -um]); d’altro canto, la matrice latina di entrambe le espressioni è innegabile. Nessuna delle due pronunce, quindi, è definibile errata: del resto, se la pronuncia “alla latina” è già registrata nel GRADIT (che, come si è già accennato in precedenza, è un dizionario non normativo ma descrittivo, ed mira quindi a documentare, nella maniera più aggiornata possibile, la lingua dell’uso reale), vuol dire che essa è stabilmente usata da un gran numero di parlanti.

    In conclusione, l’importante, forse, è essere coerenti: utilizzare o un tipo o l’altro di pronuncia per entrambi i termini, o anche scegliere quella più adatta al contesto (o a chi ci si rivolge), rimanendo sempre consapevoli della storia che tali termini hanno avuto.

    Per approfondimenti:
    • Battaglia S. (a cura di), Grande Dizionario della Lingua Italiana (GDLI), Torino, UTET, 1961-2002.
    • Cortelazzo M., Zolli P., Dizionario Etimologico della Lingua Italiana (DELI), Bologna, Zanichelli, 1999.
    • De Mauro T. (a cura di), Grande Dizionario Italiano dell’Uso (GRADIT), Torino, UTET, 1999-2000.
    • Merriam-Webster OnLine, http://www.m-w.com/
    • Migliorini B., Tagliavini C., Fiorelli P., Dizionario di Ortografia e di Pronunzia (DOP), ERI-Rai, Roma, 1999.
    • Oxford English Dictionary Online, http://www.oed.com
    • Sabatini F., Coletti V., Il Sabatini Coletti 2004. Dizionario della lingua italiana, Milano, Rizzoli Larousse, 2003.

    A cura di Vera Gheno
    Redazione Consulenza Linguistica
    Accademia della Crusca

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  5. PS: a me il giornalista risulta anche simpatico tra l’altro… ha l’aria calma e parla in maniera chiara e gradevole 😉
    La mia era una critica all’approccio generale della tv italiana…

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  6. Riporto un commento di Franca ricevuto via email:
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    Grazie, ho letto il tutto, interessante.
    Sarebbe davvero una ‘guerra santa’ riuscire a far crescere anche solo un pochino l’attenzione a come ci si esprime: sentendo in giro e ahimé ascoltando la tv mi rendo conto con sempre maggiore sconforto di quanto sia limitato e sconnesso il parlato della generalità delle persone, soprattutto dei giovani, che evidentemente a scuola non apprendono o non hanno insegnanti in grado di far loro apprendere ad esprimersi correttamente, senza tanti cioè, tipo, ecc.
    Anche in tv la sciatteria è imperante: nel filmato della scorsa settimana del Commissario Manara, il nostro italianissimo paese sardo di Perdasdefogu è diventato chissà in base a quale delirio filostraniero ‘Perdasdefuegos’: da inorridire.

    Per non parlare poi delle storpiature a tutti i livelli delle parole di altre lingue: sempre nello stesso programma, si è sentito di una ‘expertaise’: sarebbe andato benissimo il termine di ‘perizia’, ‘stima’, ma no, bisogna usare l’inglese fa più ‘fino’, però almeno controllarne la pronuncia.

    Poveri noi, siamo messi male davvero su tutti i fronti, in un declino che sembra inarrestabile ed in una mancanza di rispetto totale.

    Sperare in Obama?????

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